La prima immagine attraverso la quale viene bollato negativamente un atto, un comportamento od un oggetto nella psiche di un bambino è proprio quella riferita alle feci: quante volte abbiamo ascoltato una mamma dire al proprio figlio ”lascia! questo è cacca…”; appare quindi una logica conseguenza il fatto che tale elemento organico venga spesso interpretato, nella vita immaginifica e quindi onirica di un adulto, come un fattore negativo almeno da un punto di vista superficiale, senza contare il fatto che gli stessi sostantivi, con i quali spesso contrassegniamo tale fenomeno biologico, sono spesso ritenuti dei tabù linguistici veri e propri, e molti di noi riscontrerebbero, con molta probabilità, non meno di un problema nel proferirli.
“Feci, urina, cacca, popò, escrementi”: sono tutti termini che stanno ad indicare una espulsione di materiale organico oggetto di disprezzo e disgusto per il nostro bon ton di esseri civilizzati, ma non è sempre stato così e le associazioni oniriche che ne conseguono vanno ben oltre: si tratta di un’immagine che oltre a sintetizzare la necessità di espellere e di eliminare il superfluo, deve anche essere associata necessariamente alle possibilità rigenerative e vitalistiche che portano con sé gli escrementi.
GLI ESCREMENTI NEI SOGNI
La maggior parte delle immagini simbolo, ovvero quelle che rivestono una certa importanza nell’apparato mitologico di una certa popolazione e che condensano al loro interno stratificazioni di significato, sedimentate nel corso della storia e dello sviluppo delle culture antropomorfe, posseggono per natura una duplicità intrinseca, spesso contraddittoria che deve essere calibrata assieme agli altri elementi che possono comparire nella cornice onirica, e che spesso risultano fondamentali nell’interpretazione del sogno; in questo caso specifico, l’immagine delle feci, degli escrementi, si ricollega da una parte alla loro capacità di fungere da principio vitalistico in alcuni cicli biologici (si pensi ad esempio alla pratica della concimazione, oppure al loro utilizzo come anti-parassita nella coltivazione bio, in grado così di preservare la vitalità delle piantagioni), relazionandosi così con idee similari quali la fertilità, il nutrimento, il sostentamento, la ciclicità eterna del corso naturale; d’altro canto tale immagine cela la sua componente meramente meccanicistica relegata all’idea della repulsione e dell’espulsione, rappresentando, così, tutto il materiale psichico ritenuto dal sognatore ”scarto” tossico, maleodorante dal punto di vista metaforico e del quale ci si vorrebbe sbarazzare (pensieri, ossessioni, corto-circuiti mentali). Dal punto di vista meramente psico-analitico l’immagine risale alla fase anale dello sviluppo dell’essere umano, quel momento anagrafico in cui, assieme allo sviluppo cognitivo, affiorerebbe anche un abbozzo del nostro senso di pudore e della riservatezza personali, da cui deriva lo storico contrasto tra pubblico e privato nelle umane esperienze.
Non si tratta certamente di uno dei sogni più frequenti in assoluto e forse proprie per questo le emozioni-reazioni suscitate sono tra le più varie; nella maggior parte dei casi, il sognatore messo a contatto con tale immagine non può non provare un certo senso di disgusto e repulsione, accompagnato spesso anche dalla paura di esserne stati contaminati e, in un certo senso, sporcati. Proprio questa componente, quando presente, potrebbe rivelare dei dettagli essenziali sulla nostra interpretazione. Infatti, la paura dell’esser stati contaminati/sporcati si riferirebbe alla percezione personale che ha il sognatore in rapporto alla sua condotta morale: sporcarsi mediante feci, materiale di scarto, non è sicuramente una bella esperienza (al di la di chi crede che gli escrementi di un uccello sulla giacca possano piegare il fato dalla nostra) e contrassegnerebbe tutto ciò che viene ritenuto, da parte del Super-ego, un attacco al suo patrocinio.
E’ l’inconscio che sta eleggendo qualcosa come ”non buono”; come metafora della sporcizia morale, della disonestà e della corruzione, le feci sono la richiesta, in questo specifico caso, della nostra psiche affinché si faccia ordine e pulizia. In generale, il sentirsi sporchi nei sogni è sempre connesso alla possibilità di un senso di colpa represso, o comunque non opportunamente presente a livello cosciente, oppure potrebbe essere causato da alcune situazione che si è stati costretti a vivere e ad affrontare in modo che non giudichiamo tra i migliori.
SOGNARE DI DEFECARE
L’archetipo chiamato in causa è quello della morte-rinascita; è la vita che si rinnova attraverso ciò che muore, che finisce. L’alleggerirsi che ne consegue sarebbe il simbolo di una rigenerazione spirituale, un cambiamento che del passato assorbe solo ciò che è più consono al proprio obiettivo, tralasciando il resto che viene espulso.
SOGNARE DI NON RIUSCIRE A DEFECARE
È in generale monito di una personalità con delle grosse difficoltà sociali ed interpersonali, soprattutto per quanto riguarda la manifestazione reale delle proprie esigenze; vi sono probabilmente delle situazione recenti che vengono vissute dal sognatore come inibitorie nei confronti delle proprie possibilità espressive.
SOGNARE DI MANGIARE LE PROPRIE FECI
Ricollegandoci alla simbologia del principio vitale, tale variante suggerirebbe la necessità del sognatore di attingere alle proprie risorse interiori, di trovare in se stesso la propria forza motrice in grado di trainarlo avanti nell’esperienza biografica; il fatto poi di mangiare i propri scarti sarebbe un chiaro simbolismo del riciclo: si ha paura di rimanere a corto di energie, poveri.
LOTTO, CABALA, NUMEROLOGIA
Il numero associato ad un’ immagine tanto eloquente è l’86.